6° riunione ISA - S. Francisco 1992 |
Ho pensato a questo libro sulle pilote europee,
professioniste e non, proprio perché mi sono accorta dell'ignoranza
generale in materia di aviazione e soprattutto di aviazione femminile. Nessuno
sa quello che le donne hanno fatto dai tempi dei pionieri, quando per volare
ci voleva un "senso" da vecchio lupo di mare perché gli
aerei non erano sicuri come quelli di oggi, non c'erano gli strumenti di
navigazione adatti e l'aviazione era tutta da inventare. Nessuno sa quante cose riescano a fare con molto coraggio e molto studio, donzelle bionde e riservate come Margrit Orlowski che a 23 anni avave già al suo attivo 25 traversate con monomotori e bimotori che trasporta da sola dall'America all'Europa. O come la greca Efthymia Bellou che fa la tassinara a Parigi (anche in Grecia i tempi sono duri) per pagarsi i suoi brevetti commerciali e costruirsi un elicottero di sua invenzione al quale lavora da anni con molta fatica e con pochi soldi. Questo libro non ha la pretesa di essere storico e neppure enciclopedico. Molti nomi verranno dimenticati, gli avvenimenti sorvolati, perché nessuna di noi ha il tempo di approfondire, di fare ricerche. L'importante è dare un'idea di ciò che si è fatto e si è conquistato con tenacia, fatica, studio, battaglie contro la gelosia, la prosopopea e l'egoismo di mentalità retrograde. Se questi racconti serviranno almeno in parte ad abbattere certe prevenzioni, sarò contenta di averli raccolti, così come sono grata all'Aeritalia di averci dato la possibilitàdi realizzare il primo volume in lingua inglese perché possa essere letto da tutti gli europei e da tutto il mondo. Così come sono grata alla Aquili Audiovisivi S.p.A. che l'ha pubblicato in lingua italiana. Abbiamo potuto snellire i capitoli stranieri e aggiornare leggermente la parte italiana. Le battaglie per arrivare ad essere valutate a seconda delle proprie capacità e non del proprio sesso sono state lunghe, dure e sfibranti e continuano ancora. Per fare un esempio di ciò che è stato, possiamo citare Maryse Bastié, che nel 1937 aveva attraversato l'Atlantico da sola ed era conosciuta per avere eccezionali doti di pilota, per poi sentirsi rispondere dal Ministero dei Trasporti francese: "Dobbiamo aspettare che l'aereo diventi un normale mezzo di trasporto prima di poter giudicare i meriti di entrambi i sessi in aviazione." Con un logico punto di vista delle cose, chi avrebbe potuto giudicare i rispettivi meriti se i due avversari non potevano competere allo stesso livello? E chi avrebbe potuto decidere la data cruciale nella quale l'aereo poteva considerarsi un normale mezzo di trasporto? Fin dai tempi dei pionieri dunque, le donne avrebbero voluto volare ma erano boicottate da un groviglio di leggi proibitive. Il coraggio non è mai mancato, basti pensare alle prime che intrapresero
voli in pallone. Il titolo di prima donna dell'aria va a Maria Elisabeth
Thible che il 4 giugno 1784 si innalzò nel cielo a bordo
del "Gustavo" (il pallone che prese il nome dal re di
Svezia che presiedeva all'ascensione). La prima donna che si può
veramente definire aeronauta è stata Jeanne Labrosse che
il 10 novembre 1798 fece il suo primo volo saltando poi dal
pallone e diventando così anche la prima paracadutista. In tutti i settori del volo il sesso femminile vanta molte campionesse:
da Marcelle Choisnet (Francia) alla nostra Adele Orsi (campionesse
mondiali di volo a vela). La più famosa aviatrice del mondo è
stata la tedesca Hanna Raitsch, nata nel 1912. In soli 2 anni prese
6 brevetti per aerei commerciali e per acrobazia . Fu la prima persona
a valicare le Alpi con aereo senza motore e aveva solo 25 anni! Dal 1935
al 1939 batté una serie ininterrotta di records e competizioni
in aliante, in tutto il mondo. Divenne istruttore di aliante per Pandit
Nehru in India e diresse la sua scuola di volo a vela in Ghana.
Durante la guerra collaudò il prototipo V1. Altre donne famose
per aver volato sui jet e aver battuto importanti records, spesso portandoseli
via una all'altra in una battaglia gloriosa e leale, sono state l'americana
Jackie Cochran e la francese Jacqueline Auriol. Jackie Cochran
organizzò le Women's Flying Training Detachment che addestrava
pilote ad azioni di guerra . Queste venivano incorporate dalle "Women
Airforce Service Pilots" gruppo che volava per l'Air Transport
Command. Ho conosciuto una pilota americana che si è distinta
in questo gruppo: Betty Gillies che veniva ai raduni delle 99 sempre
pilotando il suo aereo, anche dall'America a Roma per partecipare a un
nostro congresso. Fra i gruppi bisogna ricordare l'A.T.A. (Air Transport
Auxiliary): undici donne furono qualificate per volare con i grossi
quadrimotori quali i Lancaster, i Liberator, le Fortezze volanti. Fra
queste Pauline Gower, Lettice Curtiss e Joan Hughes. |
Manifestazione acrobatica a San Giorgio di Cascia. Da sinistra e in piedi: Paolo Serantoni, Irene Pasini, Lisa Nardini, Fiorenza de Bernardi Io e Grazia Serena Sartori all'epoca delle gare, qui su AlaParma |
Sempre in Russia troviamo le migliori campionesse di acrobazia, ma anche
in Francia: Madelyn Delcroix che nel 1968 a 29 ann , pilotando
uno Zlin, riportò la vittoria nel campionato mondiale. Nel 1977
toccò a Françoise Geminal e nel 1978 a Catherine
Marion. Queste ultime due fanno parte della Pattuglia Acrobatica femminile
di Francia. In Italia dopo la guerra, Sandra Marri iniziò
a fare manifestazioni acrobatiche, poi Irene Pasini ed Elena Corte
e qualche altra, tutte molto brave. Fa parte delle ADA, come Vicepresidente, Maria Concetta Micheli (con me a Firenze davanti allo YAK-40 nella foto sotto) che è stata la prima brevettata elicottero in Italia. Oltre pilotare elicotteri ha insegnato come istruttore tecnico degli stessi e ha diffuso la conoscenza e lo sviluppo di questo mezzo attraverso lavori editoriali e conferenze in scuole e club. |
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