Aeroporto Roma Urbe, aprile 1959. Un piccolo aereo ad ala bassa atterra leggero, dopo la sua prima, fiera presetazione. Rulla ancora un po’, viene spento il motore. Ed il suo ideatore, costruttore e pilota collaudatore muore d’infarto.
Questa non è la fine, ma una pagina della storia che lega il Comandante Mario De Bernardi al suo grande sogno: la realizzazione di un aereo leggero ma performante, capace di portare un nuovo e significativo contributo alla cultura dell’aviazione popolare in Italia.

Dopo oltre quarant’anni, Fiorenza De Bernardi, prima donna comandante di linea e figlia di Mario De Bernardi mette a disposizione quei fogli ormai ingialliti, quei disegni autografi, i calcoli ed i tanti appunti, all’entusiasmo ed alla caparbietà tutta toscana del Comandante Giuseppe Arcangeli.

"Il Sogno", è il nome di questo progetto, che grazie alla sottoscrizione di quote, all’impegno gratuito di quanti hanno scommesso su questo sogno, riprende lentamente ma inesorabilmente vita.
Il sogno è appunto ridare vita ad un progetto tanto lungimirante allora che conserva ancora oggi valori tecnici e morali tanto attuali: il velivolo nasceva infatti con il preciso scopo di ridare vita ad una coscenza aeronautica rivolta ai giovani o comunque a quanti non avrebbero potuto mai concedersi tali privilegi. Dal punto di vista tecnico, il velivolo rientrava nei 450 Kg al decollo, guardacaso quei numeri che stanno ridando respiro all’aviazione sportiva e diportistica italiana, che appunto, grazie al limite di peso imposto a 450 kg, ha dato un nuovo impulso al Volo da Diporto Sportivo, ovvero agli Ultraleggeri.