Con le ali sulle Dolomiti: l'aeroporto di Cortina d'Ampezzo (Tratto in parte da "Cortina Magazine" dicembre 1994, in parte dal mensile JP4, in parte da "G. Richebuono, Storia d'Ampezzo", 1993, ed. La Cooperativa di Cortina. Ha collaborato anche Giorgio Torri, già direttore del "Cortina Oggi. Grazie per averci consentito questa ricostruzione) Partire da Milano alle 13.35 per essere a Cortina alle 14.50. Lasciare la montagna alle 16.45 e giungere a Venezia dopo 40 minuti. Sogni? Tra il 1962 e il 1968 questi tempi erano reali grazie all'Aeralpi, pionieristica iniziativa per collegare i principali centri del Triveneto con l'aeroporto di Venezia e, di qui, con qualsiasi altra località. I concetti ispiratori dell'Aeralpi erano stati esposti nel giugno 1963 in una conferenza al Rotary di Venezia da Umberto Klinger, presidente delle Officine Aeronavali e animatore di numerose linee aeree in Italia e all'estero: convogliare più consistenti flussi turistici, ridurre i tempi di percorrenza a favore dei nascenti viaggi di gruppo, destagionalizzare la domanda. L'importanza di Cortina ne fece il baricentro naturale del progetto. Essendo impensabile la costruzione di un vero e prprio aeroporto, Cesare Rosà, già vice-sindaco della città ed abile pilota durante la guerra, ricavò una striscia di terreno lunga circa 1000 metri: dimensioni modeste per i normali aerei di linea ma adatti a quelli STOL che possiedono caratteristiche spinte di decollo e atterraggio corti. In località Fiames, lungo la strada che da Cortina porta a Dobbiaco, i lavori iniziarono nel 1958 (poco dopo le Olimpiadi), la pista fu inaugurata nel 1962 e gestita dalla società Aeralpi. Anche così Cortina rimaneva un campo non facile. Le ridotte dimensioni della valle, i venti di caduta, forti correnti ascendenti e discendenti, gli ostacoli sulle due testate della pista rendevano necessaria una grande conoscenza non solo del volo ma anche della montagna. Fu dunque con il nuovo STOL svizzero Pilatus Porter che nell'agosto-settembre 1962 e nel gennaio-marzo 1963 furono effettuate due stagioni sperimentali di voli a domanda e di propaganda sulle rotte Venezia-Cortina, Cortina-Milano e Cortina Bolzano, trasportando 1620 passeggeri paganti in 600 voli. |
Confortati dalla prova, i promotori diedero dunque vita all'Aeralpi, con partecipazione di enti pubblici e privati. L'organico fu completato con persone di fiducia. Dalla Società Aerea Mediterranea di Klinger vennero persone, tra cui il direttore generale Giampiero Bellazzi. Questi arrivò a Venezia nell'estate del 1963 e si ritrovò subito su di un Porter assieme a Klinger e all'ingegner Bruno Velani, amministratore delegato Alitalia. Pilota era Gigi Marin. Il Porter era un robusto monoplano ad ala alta in gardo di decollare in 130 metri e fermarsi in soli 100 metri. Klinger ne era letteralmente innamorato e aveva addirittura stipulato un accordo per il montaggio e la costruzione in Italia. L'Ispettorato Generale dell'Aviazione Civile concesse l'autorizzazione ad operare da Cortina. Utilizzando alcuni Porter e pochi piloti, tra cui anche uno svizzero, Bellazzi diresse l'Aeralpi nelle stagioni invernali '63-'64 e '64-'65. Anche per l'eco sulla stampa, l'iniziativa ebbe successo. Rientrato Bellazzi alla SAM nel 1065, si aprì la seconda maggior fase dell'Aeralpi. Con il nuovo direttore generale Lionello Fabiani arrivò il conte Cesare Acquarone, figlio dell'ultimo ministro della Real Casa di Vittrio Emanuele III e concessionario della riscossione dei tributi nel Triveneto. Gli uffici vennero portati a Verona e il capitale sociale a 425 milioni. La base d'armamento rimase Tessera (Venezia). Fu dunque possibile realizzare appieno il progetto del 1963, introducendo aerei di maggior capacità e velocità: due Skyvan inglesi, tozzi e squadrati biturbina da 18 passeggeri, e cinque eleganti Twin Otter canadesi da 14 posti, tutti velivoli nuovissimi come concezione e costruzione, consegnati a partire dal maggio 1966. Inoltre si ricorse anche a cinque Turbo Porter, versione turboelica del Porter.
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Più difficile fu procurarsi gli equipaggi. I piloti disponibili erano pochi, nè si poteva depauperare la SAM. Accanto a capi piloti di grande esperienza come Bignetti, Gianni della Valle, Sergio Sette e lo stesso Marin, gli aerei furono dunque affidati a piloti giovani e capaci come Franco Montonati, prelevato alla Macchi, Gigi Vailati, Fernando Primicerio e altri. L'Aeralpi debuttò nel 1965 con i Turbo Porter, rendendo Cortina raggiungibile in breve tempo da qyualsiasi parte del mondo, tramite Milano o Venezia. A conferma di un certo gusto aziendale per le scelte coraggiose, il 28 marzo 1967 venne assunta Fiorenza de Bernardi, che divenne così la prima pilota commerciale italiana. Figliad'arte, il 1° settembre 1969 la de Bernardi colse un'altra affermazione venendo promossa comandante. Alle rotte principali per Cortina, servite dai Twin Otter, si erano frattanto aggiunti voli da e per Venezia, collegata con Bologna e Ronchi dei Legionari (Trieste). In questo caso, l'Aeralpi agiva come prosecuzione di voli Alitalia e dunque con voli siglati AZ: forse il primo esempio italiano di code-sharing. Altre località servite erano Asiago, Belluno, Jesolo e St. Moritz. Nel periodo estivo la società volava poi verso destinazioni marine come Massa e Marina di campo, sull'Isola d'Elba. Ricca la gamma degli scali toccati con voli charter, da Bolzano ad Aosta, da Verona a Roma, con almeno un caso di collegamento diretto Zagabria-Aosta. Nel 1967 l'Aeralpi coprì 600.000 chilometri in 3120 ore di volo, portando 19400 passeggeri e 9200 Kg di merci. |
Volare in montagna non era facile, anche perchè non esistevano ancora specifiche scuole. "Bisognava conoscere il volo e la montagna, avere completo controllo dell'apparecchio" dice Fiorenza, felice di coniugare le due passioni della sua giovinezza. Nonostante il difficile ambiente operativo, l'Aeralpi ebbe un solo incidente durante un volo di linea: l'11 marzo 1967 quando il Twin Otter I-CLAI decollò da Tessera per Cortina con a bordo tre passeggeri e due piloti: Volando a vista nel maltempo si trovò in una fitta nebbia e, privo di qualsiasi riferimento esterno, impattò contro la collina di Colcanin, vicino a Fadalto. Se nell'ambiente aviatorio destò particolare impressione la morte di Aldo Tait, direttore operazioni di volo del duca Amedeo d'Aosta, a bordo come passeggero, l'incidente dell'I-CLAI non fermò l'Aeralpi. Fatale fu invece il danno causato dall'omicidio del conte Acquarone, maggiore azionista di Aeralpi, raggiunto mentre prendeva il sole nella propria villa di Acapulco (Messico) da cinque colpi di pistola. "Fu come se avessero sparato a ciascuno di noi" dice oggi Fiorenza. Era il 4 gennaio 1968. Rimasta senza sostegno finanziario, in pochi mesi l'Aeralpi sparì dalla scena aviatoria nazionale. |
Gli ultimi voli commerciali ebbero luogo nel giugno 1968, poi iniziò la triste serie dei voli a senso unico per riconsegnare gli aerei ai creditori della società. L'aeroporto di Cortina chiuse al traffico per alcuni incidenti occorsi ad aerei da turismo: in uno morì lo stesso Rosà. Il campo divenne parco pubblico, senza però rimuovere la pista, così che talvolta qualche pilota vi atterrò ancora per sbaglio. |
Il 20.12.1975 la Nuova Aeralpi inaugurò un servizio regolare con tre aerotaxi: un volo per Cortina costava 10.000 lire da Bolzano, 15.000 da Venezia, 25.000 da Milano. Purtroppo il 31.05.1976 avvenne un disastro in cui persero la vita sei noti ampezzani (tra cui vari amministratori) e l'aeroporto fu definitivamente chiuso. Divenne in seguito eliporto gestito dalla Elidolomiti, ma solo per un breve periodo. Più volte è tornata a galla l'idea di riaprire l'aeroporto (per esempio a metà anni '80). Si fecero avanti varie società più o meno credibili, promettendo mari e monti, presentando studi che sostenevano l'agibilità della zona e contrastanti con altri, precedenti, che la sconsigliavano per particolari e pericolose correnti in fase di decollo. Oggi Fiames è quello che si può vedere: un grande parcheggio attrezzato per camper e caravan. A trent'anni dalla fine dell'avventura Aeralpi, suonano quasi profetiche le parole di Klinger del 1963: "Nel periodo invernale le condizioni delle strade rendono il traffico normale particolarmente difficoltoso e l'intasamento estivo impone continui rallentamenti che ritardano o ostacolano il movimento stradale". Il ragionamento non ha perso validità. |
Relazione peritale dell'incidente 1976 che ha determinato la chiusura dell'aeroporto |